La balcanizzazione dell’Iraq -Fonte: Il Manifesto

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Se

fosse vero quanto raccontano a Washington, che gli Usa sono stati colti di sorpresa dall’offensiva dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis), il presidente Obama dovrebbe destituire immediatamente i vertici della Comunità di intelligence, formata dalla Cia e da altre agenzie federali che spiano e conducono operazioni segrete su scala globale. Sicuramente essi sono stati invece lodati, in privato, dal presidente. L’Isis è infatti funzionale alla strategia statunitense di demolizione degli stati attraverso la guerra coperta.

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La suorina laica.

Senato - legge stabilita' - fiducia

 

C’è in Emma Bonino, nuovo ministro degli Esteri, la bontà sanguinaria di una Santa Caterina da Siena. E’ una fanatica dei ‘diritti umani’. Un po’ meno degli esseri umani. Se sospetta che uno di questi Diritti sia leso, in una qualsiasi parte del globo, è pronta ad invocare l’arrivo delle truppe, dei carri armati, dei B52, delle bombe all’uranio impoverito. «Sono una non violenta, non una pacifista» dichiara. Fatto è che sono più di quindici anni che la Bonino è una guerrafondaia dai purissimi e santi intenti. Comincio’ durante le vicende di Bosnia, saltellando da una Tv all’altra del Vecchio Continente e strillando: «Gli stupri etnici! Gli stupri etnici! Non possiamo tollerare gli stupri etnici!», mentre migliaia di persone morivano sotto le bombe all’uranio impoverito della Nato, il cui intervento, con questo pretesto, la Bonino aveva invocato nella sua qualità di Commissario europeo. E ha continuato, la ‘non violenta’, appoggiando tutte le guerre occidentali, successive e preventive: alla Serbia, all’Afghanistan, all’Iraq, alla Libia, mentre non sarebbe aliena alla «soluzione di forza» con l’Iran dove le donne indossano il chador che è una delle ossessioni di questa suorina laica.

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Portiamoli tutti a casa

soldati americani_afghanistan

I grillini non fanno solo folclore. Giovedì hanno presentato una mozione che impegna il governo al ritiro immediato delle nostre truppe in Afghanistan, dove spendiamo circa 800 milioni l’anno (ma probabilmente sono molti di più perché dubito che vengano registrati quelli che diamo ai Talebani perché non ci attacchino). Con un miliardo non si risana un’economia, però qualche problemino potrebbe essere risolto, poniamo quello degli esodati. Ma se una guerra è giusta non se ne può fare una questione contabile, anche se, per la verità, l’art. 11 di quella Costituzione che le sinistre sbandierano ogni giorno ci vieta la partecipazione a qualsiasi guerra che non sia difensiva. Ma, al di là di questo, che pur non è poco, il fatto è che la guer- ra all’Afghanistan, che dura da dodici anni, è la più infame delle guerre.

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Bring the boys back home

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Da quanti anni, ormai, i paesi Nato sono in guerra con mezzo mondo islamico? Ne abbiamo persa la percezione del tempo. Era l’11 settembre del 2001, l’attacco alle torri gemelle sconvolse il mondo, Bin Laden assurse al ruolo di nemico pubblico numero uno e, per non farsi mancare niente, si aggiunse alla black list dei nemici da eliminare il mai dimenticato Saddam Hussein. Da lì alla guerra in Irak e Afghanistan, il passo fu breve. Prima, fu la volta di una disastrosa missione in Somalia per combattere i  proto-terroristi islamici travestiti da signori della guerra, poi giunsero i bombardamenti alla Libia fino alla macellazione di Gheddafi, domani forse sarà la volta della Siria o dell’Iran. Ne L’Arte della Guerra il compilatore Sun Zu sostiene che le operazioni belliche per arrecare un vantaggio alla nazione attaccante, devono essere vincenti e veloci, poiché «se l’esercito è impegnato troppo a lungo, le risorse statali risultano insufficienti»

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“exit strategy” l’America tratta con il nemico di sempre

Mentre in tutto il mondo arabo si susseguono le proteste per il documentario “L’innocenza dei musulmani”, in Afghanistan non ci sono state manifestazioni. Gli insorti afgani hanno a che fare con qualcosa di più serio delle blasfemie; devono battersi contro il più potente, tecnologico e, bisogna pur dirlo, vile esercito del mondo. Domenica scorsa una cinquantina di talebani stavano assediando una base della polizia afgana nella valle di Noarlam Saib. Poichè i soldati occidentali non hanno più il fegato di battersi sul terreno, vis a vis, la Nato invece di inviare truppe di terra in soccorso agli assedianti, ha mandato i bombardieri e hanno ucciso nove donne (fra cui bambine di dieci anni) e ferite altre otto, che in un bosco stavano facendo legna. I piloti le avevano scambiate per guerriglieri talebani.

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“rien ne va plus!”

Una cosa è innegabile. Dove arrivano “l’Occidente”e la “modernità”, arriva il degrado. Il degrado dell’essere umano. Tutto o quasi, esteriormente, può dare l’impressione di essere “nuovo”, “avanti” e “pulito” rispetto a chi è “rimasto vecchio, indietro e sporco”, secondo quella miope visione che ancora spopola tra le generazioni più ‘stagionate’ cresciute nel mito del “miracolo economico” e tra certi giovinastri ridotti a zucche vuote da un sistema sempre più vacuo dal punto di vista valoriale, educativo ed esistenziale. Ma si tratta della facciata, dell’apparenza, alla quale tiene così tanto chi si compiace di essere “moderno”. Ma il fuori è bello e il dentro è brutto, potrebbe recitare una pubblicità che presentasse sinteticamente cosa sia il “mondo moderno”.

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