Una guida per Jailbreak completa

Chiunque possegga una iPhone, iPod o iPad sa benissimo ad ogni aggiornamento di firmware da parte di Apple rinizia la corsa al tool e alla guida per sbloccare il proprio dispositivo.

Oramai i modelli sono tanti, le versione del firmware e del bootloader anche… insomma come capire cosa è possibile fare e soprattutto come farlo?

Jailbreakmatrix.com è un comodissimo sito che presenta in modo chiaro e lineare tutte le possibili combinazioni di dispositivi, firmware, tipi di jailbreak ed eventuali guide passo passo.

Il sito è ovviamente aggiornato ogni qualvolta c’è un aggiornamento e nella maggior parte dei casi fornisce delle comode guide per il jailbreak.

Viene spiegato in modo chiaro come capire quale boot loader avete sul vostro dispositivo e quali azioni intraprendere per lo sblocco del melafonino.

Fate attenzione ai link di colore blu: quando li vedete vuol dire che è disponibile un link ad una guida

A mio avviso davvero un’ottima risorsa per chi vuole avere la situazione, in continua evoluzione, sotto controllo

Trovate Jailbreak Matrix qui

http://www.jailbreakmatrix.com/

Tratto da Mambro Proud  2 BE FREE

Il crollo globale della moneta

Il crollo globale della moneta a corso forzoso

I miei lettori ricorderanno di averli già avvisati nel dicembre 2006 che le banche di tutto il mondo sarebbero crollate quando lo Tsunami Finanziario avrebbe colpito l’economia globale nel 2007. E il resto, come si dice, è storia.
Il Quantitative Easing (detto anche alleggerimento quantitivo) portato avanti dal Presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, ha posticipato soltanto di poco più di 18 mesi la fine inevitabile del sistema bancario basato sulla moneta fantasma a corso forzoso.

E’ questa la ragione per la quale nel novembre 2009 ero così sicuro nel mettere in guardia i miei lettori che entro la fine del primo trimestre del 2010 o, al massimo, entro il secondo trimestre del 2010, l’economia globale sarebbe andata in tilt. I recenti allarmi sul rallentamento dell’economia americana e le parole di Bernanke secondo cui “il recente ritmo di crescita è meno sostenuto di quanto ci aspettassimo” non hanno fatto altro che convalidare la mia analisi. Bernanke ha comunicato che le prospettive sono incerte e che l’economia “rimane vulnerabile a repentini sviluppi”.

Ovviamente le parole di Bernanke non rivelano la reale portata dei timori che stanno assalendo i banchieri centrali e le élite finanziarie che si sono riunite nell’incontro annuale a Jackson Hole, in Wyoming. Ma vi posso garantire che erano molto preoccupati.

Perché?

Sarò sincero e schietto. I “repentini sviluppi” a cui si riferiva Bernanke sono il crollo delle banche mondiali. Questo è un modo di dire della FED e, per chi si trova nel cerchio della morte, si tratta di una terribile avvisaglia. Tantissimi rinomati economisti hanno valutato in modo errato l’obiettivo e le conseguenze del quantitative easing. Gli uffici stampa dei banchieri centrali e i media di tutto il mondo hanno ingannato la gente dicendo che il QE consentirà alle banche di prestare fondi alle società assetate di denaro e far ripartire di slancio l’economia. Il regime con un basso tasso di interesse spingerebbe tutti quanti a richiedere prestiti, consumare ed investire.

Questa era la favoletta.

All’epoca c’erano diversi economisti preoccupati del fatto che come risultato della stampa straordinaria (elettronica o con altri mezzi) da parte della FED, ben presto sarebbe arrivata un’iperinflazione.
Ma non è avvenuto nulla. L’effetto moltiplicativo del sistema a riserva frazionaria non è partito. In effetti, il prestito bancario è rimasto fermo.

Perché ? Che cosa è avvenuto ?

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Marx è ancora attuale ?

Karl Marx (1818-1883) ha avuto un ruolo di primaria importanza nella storia delle idee e nella storia politica degli ultimi due secoli. Forse nemmeno Jean Jacques Rousseau ha esercitato un’ influenza così duratura.
Soltanto le opere di Charles Darwin e Sigmund Freud hanno condotto a delle trasformazioni altrettanto radicali nella cultura occidentale, sebbene in ambiti diversi dal suo. Nemmeno Nietzsche può, da questo punto di vista, essere paragonato a Marx.
Non è questo l’ambito per discutere sulla identificazione del pensatore di Treviri con i regimi comunisti e totalitari che hanno infestato la storia del Novecento. Senz’altro il lenismo, l’ideologia all’origine della Rivoluzione d’Ottobre (ma anche, successivamente, dei regimi del comunismo asiatico e sudamericano), è stata un’ideologia marxista, una interpretazione del pensiero di Marx. Una delle possibili versioni del marxismo, ma non l’unica. E’ impossibile sapere se Marx avrebbe approvato Lenin.Però la domanda che dopo la caduta del comunismo europeo e sovietico(1989-1991) dovremmo porci è la seguente: Marx è tutto da buttare? O alcuni aspetti del suo pensiero sono validi ancora oggi?

Il merito di Karl Marx è di avere identificato nella “reificazione”, cioè nella riduzione dell’uomo stesso a cosa, a oggetto, l’aspetto centrale della società mercantile (anche se il termine “reificazione verrà coniato dal marxismo successivo). Ed è inoltre quello di aver colto la tendenza del capitale all’espansione illimitata, con conseguente rivoluzione continua dei modi di vita, dei costumi, delle mentalità umane. Questi temi sono ancora attuali, anzi attuali più che mai.
Oltre a questi meriti indiscutibili, il pensiero marxiano è però gravato da una lunga serie di presupposti infondati.
Per prima cosa, l’antropologia marxiana è totalmente errata perché fa coincidere, dai Manoscritti economico-filosofici (1844) in poi, l’essenza dell’uomo con il lavoro. Parte quindi dallo stesso punto di partenza di Adam Smith, cioè del fondatore dell’economia politica e teorico del libero mercato. Sebbene le conclusioni a cui poi giunge Marx siano molto diverse da quelle di Smith, il punto di partenza è lo stesso. Non è quello di Aristotele e nemmeno quello di Hegel. E’ quello del pensiero economicista puro, dell’uomo ridotto a faber, a colui che trasforma il mondo con il suo lavoro e lo manipola tecnicamente. La socialità dell’uomo, la sua politicità innata (Aristotele) è quindi subordinata al lavoro. La sua religiosità, costitutiva dell’umano, come ben sanno gli antropologi, è addirittura negata con argomenti estremamente rozzi (la religione come “oppio dei popoli”).

Un altro aspetto del pensiero di Marx, spesso trascurato, è il suo nichilismo di fondo. Prima ancora di Nietzsche e Stirner, Marx è un convinto nichilista. Nel Manifesto dei comunisti (1848), scritto con Friedrich Engels, afferma che non esistono verità eterne, quindi principi veramente universali. Non scrive solo che i grandi principi sbandierati dalla borghesia del suo tempo non sono realmente universali, ma sostiene molto di più, cioè che non esistono verità eterne, quindi principi davvero universali al di là della contingenza storica nel quale vengono espressi. Dipendono dalla struttura sociale, o meglio economica, sono espressione dei rapporti di produzione sui quali si fonda la società. Sono nient’altro che le idee delle classi dominanti. Se l’affermazione di Marx è corretta, ciò significa che non esistono principi etici (e tantomeno metafisici) razionalmente fondati. Cioè che in ambito morale non esiste alcuna verità oggettiva ed eterna, ma tutto è storicamente relativo. Siamo quindi già nel campo del relativismo, anzi del nichilismo, conseguente al fatto che Marx non solo non crede in Dio, ma non crede nemmeno nella ragione morale, nella capacità della ragione umana di fondare la morale.

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Marcel Breuer

Marcel Breuer, designer e architetto tedesco, di origine ungherese,si iscrisse a 18 anni alla scuola del Bauhaus della quale, quattro anni dopo, divenne uno dei principali collaboratori. Direttore

della sezione mobili, Breuer indirizzò la ricerca verso la progettazione di mobili e oggetti

d’arredamento da prodursi industrialmente e in serie, affrontando con metodologia rigorosa i relativi problemi tecnologici e stilistici.


L’incontro con Marcel Breuer rappresenta una delle pagine più belle della vita di Gavina.

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Cosa voglio di più

Rivedendo l’ultimo film di Soldini «Cosa voglio di più » che  racconta un dramma tipico dei nostri tempi. Anche prima la gente si occupava degli amori e dei divorzi dei divi, ma li considerava diversi. Con la televisione di oggi in cui i divi sono mescolati alle persone comuni, e dove chiunque può diventare improvvisamente famoso, è nata l’illusione che tutti possiamo fare come loro. Inoltre si è prolungato il periodo adolescenziale in cui gli amori si fanno e si disfano senza problemi. Ma nella vita si creano anche legami forti, si costituiscono situazioni bloccate dove proviamo e arrechiamo dolore.
Situazioni in cui compare il tipo di innamoramento che io chiamo «da fuga».

L’innamoramento esplode quando due persone sono insoddisfatte della situazione in cui vivono, dei rapporti che hanno e sono pronte a mutare, a realizzare le loro potenzialità nascoste, a creare un futuro migliore. Ciascuno si innamora di chi gli indica simbolicamente il destino che vorrebbe. Però l’innamoramento, per quanto passionale, è sempre progetto di vita e quando non riesce a diventarlo naufraga, fallisce. Un tempo il progetto era sposarsi e mettere su una famiglia.

Oggi vivere insieme una intensa vita amorosa è agire fianco a fianco nel mondo. L’innamoramento «da fuga» nasce da una profonda insoddisfazione verso ciò che stai vivendo, ma non diventa progetto concreto di vita a due. Resta solo una evasione, un modo per sfuggire alla realtà, per dimenticarla.

È quello che succede al protagonista del film, un poveraccio senza soldi che deve mantenere una moglie e due figli piccoli. Si sente in trappola, non sa cosa fare. Potrebbe scappare di casa e finire fra i «chi l’ha visto?», oppure rifugiarsi in qualche droga. Invece si innamora, fugge nell’estasi della passione erotica. Ma non riesce a creare un progetto, dovrà tornare da sua moglie dove troverà solo litigi, dolore e miseria. Ogni giorno sentiamo di donne disperate perché abbandonate con figli piccoli, e di uomini che, dopo il divorzio, non sanno più dove andare a dormire.

Vi prego: non fate l’errore di considerare questo articolo una critica del divorzio. È solo una critica dell’atteggiamento superficiale che molti hanno verso il mondo dell’erotismo e dell’amore. Come se l’impulso fosse una guida sicura, come se sesso e amore potessero esser manovrati a piacimento. Mentre questo è un campo in cui occorre riflettere, usare l’intelligenza e avere un forte senso della realtà e del dovere.