Clima: riunione Bonn, conto rovescia Cancun

ROMA – Al via a Bonn un nuovo round di lavori sul testo di un nuovo accordo sull’emergenza clima, per il taglio dei gas serra, prima dell’ultimo incontro di ottobre in Cina e dell’appuntamento decisivo, la 16/a Conferenza Onu sul clima (Cop 16) di Cancun, prevista dal 29 novembre al 10 dicembre prossimi in Messico.

Dal 2 al 6 agosto a riunirsi saranno due gruppi di lavoro: uno che si occupa degli ulteriori impegni da assumere da parte dei paesi sviluppati, nell’ambito del Protocollo di Kyoto, e uno che coinvolge tutti i paesi, inclusi Cina e Usa, che si occupa di “azioni di cooperazione a lungo termine”. Si tratta di un incontro tecnico, dove si cercherà di snellire i testi negoziali. Ormai trovare un’intesa globale per il periodo successivo alla scadenza del protocollo di Kyoto è diventata una corsa contro il tempo: per questo il nuovo segretario esecutivo della Unfccc (Convenzione quadro dell’Onu sui cambiamenti climatici), Christiana Figueres, insediata agli inizi di luglio al posto del dimissionario Yvo de Boer, ha messo a punto una serie di proposte per “alleggerire” le procedure e velocizzare la ratifica dei prossimi accordi.

Il rischio è quello di ritrovarsi alla scadenza del protocollo di Kyoto in un pericoloso vuoto normativo, che non solo renderebbe vani gli sforzi di anni di lavoro della convenzione Onu, ma farebbe andare in crisi il cosiddetto “mercato del carbonio”, che incentiva uno sviluppo amico dell’ambiente. Di fatto, le posizioni fra i diversi schieramenti sembrano ancora lontane. In occasione degli ultimi negoziati che si sono tenuti a Bonn, nel giugno di quest’anno, il testo della bozza di accordo è stato definito “squilibrato” dal Gruppo di 77 paesi in via di sviluppo più la Cina. Secondo molti di questi paesi, l’onere dei tagli delle emissioni colpisce troppo i paesi più poveri e non abbastanza quelli ricchi. Tra questi ultimi, gli Stati Uniti hanno definito “inaccettabili” alcuni elementi del testo, mentre l’Ue ha espresso “preoccupazioni”.

E mentre gli Usa hanno messo in un cassetto la legge sul clima, annunciata nella Conferenza sul clima di Copenaghen, la Ue ad ottobre, al Consiglio dei ministri dell’Ambiente, dovrebbe aprire un confronto sul possibile cambio dell’obiettivo di riduzione dei gas serra, dal 20% al 30% entro il 2020. La proposta vede a favore il blocco Francia, Germania e Gran Bretagna e fra quello dei contrari, l’Italia. Intanto nel 2009, secondo una stima dell’Agenzia di valutazione ambientale olandese (Netherlands environmental assessment agency – PBL), le emissioni prodotte dai combustibili fossili sono rimaste costanti, per la prima volta dal 1992. La CO2 prodotta dai paesi in via di sviluppo come India e Cina ha annullato le riduzioni di quelli industrializzati. In questi ultimi le emissioni sono calate del 7%, contro un aumento di Cina e India, rispettivamente del 9% e del 6%, nonostante il raddoppio dell’energia solare ed eolica, per il quinto anno consecutivo.
© Copyright ANSA – Tutti i diritti riservati

Sull’arte e sulla critica contemporanea

“Tutte le arti, se non c’è una critica vigile, attiva, militante, che se ne occupa,
tutte le arti saranno divorate dal ciarlatanismo…” (Ferdinand Brunetière)

Nelle immense colonie del secolo presente il mondo dell’arte contemporanea è sempre più un cafarnao che ciarla con autorità e muta con stupefacente volubilità.  Chi potrebbe contare i suoi artisti? Sono innumerevoli.  Affollano le gallerie, i musei e tutte le riviste del continente. Si assomigliano tutti, l’uno vale l’altro. Le caratteristiche che più li contraddistingue sono l’inutilità e la vile abitudine all’omologazione.

I suoi critici? Ne possiede a iosa!… tutti bene indottrinati per interrogare l’artista (anch’esso bene indottrinato) sulla moralità del suo scopo e la qualità delle sue intenzioni. Conosce bene il dizionario degli autori conosciuti da lui. Gli altri?… Oh sì! ce ne sì di artisti contemporanei… a centinaia e eccellenti, ma privi di “dovute credenziali” per accedere alla “setta”!…. quindi…. non ti si fila… al più… bisbiglia… a volte ci dà dentro!… proclama la sua opinione, giudica!…  tuoni, fulmini e onnipotenza!… un soffio!… e tutti nel dimenticatoio! basta!… non esisti più”…. artisticamente ti ritrovi fottuto! Morto! Tutti morti nei loro sogni, nelle loro illusioni!

Domandate a uno di loro perchè crede a questo o a quello; e, se è coscienzioso (gli ottusi solitamente lo sono) vi darà una risposta analoga a questa: “Vi credo prima di tutto perchè sono il critico tal dei tali e in secondo luogo perchè non vi capisco perfettamente nulla.”
Ciò che chiamano Arte è il loro modo di negare ciò che è e di spiegare ciò che non è. Dissimulatori industriali!

E simulatori automatici che hanno imparato per il piacere di criticare, ma che non comprendono ciò che criticano. La loro frase è imbottita di astrusa stupidità. Oscurità risultante dalla prolissità e dalla profusione. Tutti (o quasi) plagiari di plagi e critici di critiche; arricchite dal gusto smoderato del lacchismo fino all’uso immoderato delle maiuscole: “l’Artista, il Genio ecc. ecc.”. Dall’inizio alla fine.

Corsi di arte e di critica contemporanea.
Banale compendio degno di un professore di retorica: Applausi, Lodi, Commozione. Applausi ripetuti. Il professore servile invece di render giustizia all’Arte, fa la corte a una molteplice sotto-formità d’arte inetta, insulsa ma bene impacchettata dai quartieri alti per accattivarsi la credulità dei montoni.
In tal ribollire di mediocrità, in un mondo sempre più affamato di perfezionamenti materiali, in una società oziosa e avida di stupirsi, ma soprattutto aspirante a una vita piena di puerili eccitamenti o peggio “escre-mentali”; là dove la “Celebrazione del Ciarlatanismo e della Pompa” invade e assorbe Tutto e Tutti!… sarà sempre più arduo il rigore dell’analisi, di una conoscenza oggettiva sulla “reale” evoluzione dell’oggetto.

A mio avviso: tutte le avanguardie artistiche contemporanee occidentali susseguitosi negli ultimi sessant’anni si valgono e non servono a Nulla! se non a mostrare l’ostinata leggerezza, arrendevolezza dell’umanità.

Chi è artista? Duchamp, Fontana, Manzoni, Cattelan un’artista? Ah, ah! Un’artista? Puah!
Elucubrazioni dell’oscurità; come in una tragedia in cui, involontariamente, vi sono alcune battute di spirito; e poi Nulla! assolutamente Nulla!

“Capii ben presto che i poeti componevano le loro opere non facendo uso del cervello ma per una certa disposizione naturale, per una sorta di ispirazione, come gli indovini e i profeti. Anche costoro, infatti, dicono molte e belle cose, ma senza rendersene conto” (Socrate)

L’arte è si intuizione ma è soprattutto Poesia! la scienza più ampia e più infinita; l’esplorazione nei meandri più bui e profondi dello spirito. Così… il pensiero del poeta dopo aver contemplato sulle distese prospettive del passato o dell’avvenire; con un lampo precursore sprigiona un colpo di tuono che rimbomba nel cuore del microcosmo e fa vibrare le corde dei sentimenti! E’ l’esplosione Lirica! irradiando anche alle cose più prostrate, dolenti e scoraggiate nuova linfa generatrice di freschezza e nuove “illuminazioni” estetiche!

Artista è colui che si dice: voglio creare un’opera arditamente poetica! e quando ha raggiunto lo scopo, (poco importa la moralità o meno del messaggio, purché linguaggio  universale) rimane tuttora priva di valore poiché la poesia di un’opera deve mettervela (o ammettervela) lo Spettatore, come nella letteratura, il Lettore.

L’esatto contrario di ciò che buona parte dell’arte contemporanea dell’ultimo sessantennio continua a propinarci a colpi di stupide stravaganze e mondane banalità. Le vaste orgie della ridondanza!
Se un’opera d’arte per poter essere compresa necessita d’una spiegazione diviene elitaria, (accessoria) lontana dall’universale comprensione è solo Nullità!

Spiegazione critica-concettuale di un critico contemporaneo.
Orrore congeniale della chiarezza! Comincia con una cosa, continua con parecchie altre, e finisce con una che non ha più rapporto con le precedenti di quanto esse lo abbiano tra loro. Tenebre!

Buffonate cosmiche impacchettate apposta per accalappiare, coll’opinione bell’e fatta! le moltitudini di polli che affollano il continente.

A che serve questo genere d’arte se non vale nè un articolo dell’enciclopedia, nè una canzone di de Andrè?

Le Spleen…

nota: ho volutamente sostituito il testo precedente, che occupava questo post, sotto forma di parabola simbolica come un’enorme buffonata metafisica, poiché, nelle urla cosmiche di tanti vanagloriosi rivoluzionari, filosofi, letterati, poeti e quant’altro con le tasche gonfie di pugnali, di fiele, e bottiglie di veleno! che affollano il Web Nostrum, pare proprio non volerne sapere di certe cose, a meno che non si tratta  dell'”ordine del giorno” impartito dai media, argomenti sotto gli occhi di tutti, di cui tutti parlano; ci si guarda bene a non rovinarsi il make-up.

Il cane e il Profumo

Cane mio, cane mio bello, vieni qui, avvicinati e vieni a sentire questo eccellente profumo comprato dal miglior profumiere della città.


E il cane, dimenando la coda, cosa che in queste umili creature corrisponde, credo, al nostro ridere o sorridere, si avvicina e posa con curiosità il suo naso umido sulla fiala aperta; ma poi, indietreggiando improvvisamente con disgusto, si mette ad abbaiarmi contro, come se mi volesse rimproverare.

Ah, miserabile cane! se ti avessi offerto un pacchetto di escrementi, lo avresti annusato come una squisitezza, e forse lo avresti divorato.

Anche tu, indegno compagno della mia triste vita, somigli al pubblico: a cui non si devono mai offrire delicati profumi che lo esasperano, ma solo lordure accuratamente scelte.


(Le spleen de Paris – Charles Baudelaire)