Compassione a Paesi alterni

Aggiungo soltanto che anche la storia delle lapidazioni in Iran è una bufala. Per quanto la lapidazione sia formalmente prevista dai codici, l’Iran ha posto fin dal 2002 una moratoria su questo tipo di pena capitale, tant’è vero che – come perfino i nostri media ogni tanto sono costretti ad ammettere, tra una lacrimevole sbrodolata e l’altra sui “diritti delle donne in Iran” – la pena cui Sakineh sarebbe condannata in caso di verdetto di colpevolezza per concorso in omicidio (non per semplice adulterio, come favoleggiato dai nostri giornali) sarebbe l’impiccagione, non la lapidazione. Tutte le notizie di lapidazioni in Iran dopo il 2002 vengono da fonti occidentali e non sono mai state confermate (e anzi sono state ripetutamente smentite) dalle autorità iraniane. Inoltre, nel 2008 è stato presentato al Parlamento iraniano un progetto di legge che chiede di eliminare anche formalmente la menzione della lapidazione dai codici penali. La revisione del sistema penale iraniano, in corso dal giugno 2009, mira, tra le molte altre cose, anche a questo obiettivo.
Paesi in cui la lapidazione è effettivamente praticata sono l’Afghanistan e l’Arabia Saudita (che prevede per le adultere anche la pubblica decapitazione), ma raramente vengono citati dalle cronache, trattandosi di “protettorati” o di alleati degli Stati Uniti.

En passant, ricordo anche che negli Stati Uniti, in Virginia, sta per essere giustiziata Teresa Lewis, per crimini non troppo dissimili da quelli di Sakineh (anche lei aveva organizzato l’omicidio del marito, insieme a quello del figliastro). Curiosamente, i giornali occidentali non hanno dedicato alla sua vicenda neppure un millesimo dello spazio dedicato a Sakineh, niente petizioni pubbliche, niente accorate rimostranze contro la disumanità del sistema penale americano. I riflettori della propaganda, evidentemente, non sono programmati per accendersi sulla barbarie dei dominanti.

Da Santa Sakineh, martire delle corna, di Gianluca Freda.
http://www.saveteresalewis.org/

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LA MORTE FA SCINTILLE

L’hanno chiamata “Mamma Gialla”, “Vecchia Scintilla”, ” La Feroce Gertie”; un’infinità di altri nomi ma è sempre lei: la sedia elettrica sulla quale sono state giustiziate centinaia di persone.
Inventata da Harald Brown nel 1890 è in grado di emettere scariche fino a 20.000 volts seguite da altre di intensità inferiore. Ma l’idea di applicare degli elettrodi alle gambe ed al cranio di un condannato per creare una specie di circuito chiuso fu in realtà di un dentista. Brown se la attribuì per rivenderla allo Stato, che la adottò come metodo veloce per liberarsi dei criminali preferendolo al sistema a corrente alternata presentato da Westinghouse. Merito anche della sponsorazzazione di Thomas Edison, che solo un anno prima aveva inventato la lampadina diventando uno degli uomini più popolari d’America. Il primo uomo cui spettò il discutibile onore di inaugurare la sedia elettrica fu Arthur Kemmler ma le cose non girarono per il verso giusto e il medico chiamato a certificarne la morte accusò lo Stato di inciviltà. Quello che avrebbe dovuto essere un metodo rapido ed indolore per giustiziare un essere umano, si trasformò in una lunga e penosa agonia che gli oppositori della pena capitale definirono “indegna di un paese civile”. Parole inutili in un epoca in cui si riteneva che l’elettricità fosse quasi una magia…..A partire dal 1909, anche le donne vennero giustiziate con il metodo della conduzione elettrica, ad iniziare da Martha Place, la cui espressione smunta e sofferente non commosse i giudici che la condannarono alla più irrevocabile delle pene. Il boia, tale Edwin Davis, venne assunto come “elettricista”. Nel 1943, Sue Logue fu condannata alla pena capitale su richiesta di Storm Thurmond, procuratore legale con il quale aveva avuto una appassionata relazione. La donna, vedova di un allevatore, aveva sempre sostenuto che il marito era stato ucciso da ladri di bestiame ma Thurmond fece riaprire il caso la trascinò in tribunale. Logue, che era divenuta un intralcio alle ambizioni politiche di Thurmond, fu giustiziata il 15 giugno 1943. La fama di satiro affamato di sesso continuò però a perseguitare Thurmond anche dopo la sua elezione a senatore. Chiamato alla Casa Bianca come consigliere di Johnson, non seppe mai che il presidente aveva ordinato alle figlie di stargli alla larga nonostante avesse passato la sessantina da un pezzo.Nel 1953, epoca di caccia alle streghe e con l’isteria anti-comunista alle stelle, i coniugi Rosenberg vennero accusati di aver passato la formula delle armi nucleari ai russi e condannati a morire sulla sedia elettrica, il minimo che potesse accadere a qualsiasi americano sospettato di complotti con il Cremlino. Le due esecuzioni fecero guadagnare a Joseph Francel, che nel 1953 aveva il compito di uccidere i condannati, l’equivalente di 2000 dollari, ma due settimane dopo Francel decise improvvisamente di lasciare l’incarico.

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La ballata del boia

La ballata del boia sjff_01_img0520
Anno 1963
Titolo Originale El verdugo
Altri titoli Not on Your Life

Durata 90
Origine ITALIA, SPAGNA
Colore B/N
Genere COMMEDIA, DRAMMATICO
Specifiche tecniche 35 MM
Distribuzione DEAR FILM
REgia Luis García Berlanga (Luis Gª. Berlanga)
Attori
Nino Manfredi José Luis Rodríguez
Emma Penella Carmen, la figlia di Amedeo
José Isbert Amedeo
José Luis López Vázquez Antonio Rodríguez
Ángel Álvarez Álvarez
Guido Alberti Il direttore del carcere
Trama José Luis vive in un piccolo paese e lavora alle locali onoranze funebri. Poiché ha sposato Carmen, la figlia del boia, è rassegnato al fatto di dovergli succedere nell’attività. Quando il vecchio Amedeo annuncia il suo pensionamento, José Luis accetta l’incarico per poter avere un appartamento ma comincia a sperare di non essere mai chiamato ad esercitare quel triste mestiere. Per sua fortuna, il paese è tranquillo e lui può vivere serenamente finché un giorno viene convocato per un’esecuzione a Palma di Mallorca.
Note – IL FILM HA VINTO IL PREMIO FIPRESCI AL FESTIVAL DI VENEZIA DEL 1963.
– REVISIONE MINISTERO NOVEMBRE 1999.

Su cortese segnalazione di Zirconet http://zirconet.wordpress.com/