Il Potere ha il suo nuovo abito, si chiama Matteo Renzi.

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“Il fenomeno Renzi è molto più interessante di quello di Vendola perché Vendola non è una novità, ma è solo un riadattamento del vecchio “doppio discorso”, retorica estremista a parole e disponibilità all’opportunismo nei fatti, ma anche nei simboli, nel linguaggio, nella comunicazione”.

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In nome di che, di grazia, il Pd ha ancora un motivo valido di esistere?

PARTITO-DEMOCRATICO

Io, cittadino stufo della farsa partitocratica, non ce l’ho col Pd. È il Pd a avercela con me e con l’Italia. E con sé stesso. È nato nel 2008, questo bambino deforme, dall’unione contro natura e mal riuscita fra ex democristiani di sinistra ed ex comunisti di destra. I militanti pecoroni – verso i quali, spiace, ma non può esserci più comprensione – si sono bevuti la sola del Partito Democratico sul modello americano: una fregnaccia di Prodi e Veltroni che pretendeva di cancellare la storia centenaria di due tradizioni politiche e culturali con le loro peculiarità, idiosincrasie, incompatibilità, identità.

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L’apoteosi della “mistica democratica”

Saro breve perché la cosa non merita molto tempo. Tuttavia due parole vanno spese per commentare le “primarie” del Partito Democratico, alle quali, pare, faranno seguito quelle del Pdl, che non può ancora chiamarsi “Partito Repubblicano” per il semplice fatto che in Italia una “Partito Repubblicano” esiste già. Sennò avremmo già avuto due “grandi partiti”.

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Ma esiste ancora un minimo senso di pudore?

Ma esiste ancora un minimo senso di pudore, quella sensazione interiore che induce una persona normale ad astenersi da certi comportamenti nella consapevolezza che generano rifiuto e condanna in chi li ascolta o li osserva? E non mi riferisco solo a Berlusconi per le sue ben note, imbarazzanti vicende. Bossi non rappresenta più l’alternativa moderata, non lo è perchè da animale politico, capace di fiutare il vento prima di chiunque, si è trasformato in un sultano estraniato dal mondo che lo circonda; un sultano che cerca di imporre un figlio inadeguato, che non capisce più la sua gente, che lancia proclami sulla secessione senza rendersi conto che nessuno, a parte un paio di ultras, gli presta più ascolto.

Di Pietro non è da meno: l’eroe di Mani Pulite tenta di imporre il proprio figlio, brillante quanto il Trota, cadendo platealmente nel nepotismo immorale che lo stesso Di Pietro, come ogni vero moralista, in altri tempi aveva biasimato. E non vede nemmeno dove sia il problema.

D’Alema è coinvolto nella vicenda Tarantini più di Berlusconi, perchè i politici pugliesi corrotti appartengono, a quanto pare, al suo clan. Vendola è un altro moralista: il suo vice Frisullo, un altro dalemiano, è finito in manette per corruzione, lavorava gomito a gomito con il prode Nicki, il quale, nulla sapeva e nulla vedeva.

Di Fini sappiamo tutto, di Bersani non ancora, ma la vicenda di Penati getta ombre lunghissime sul Partito democratico.

Chi resta? Nessuno. Ed è questo il problema: questa classe politica non ha il senso del pudore, della decenza, del decoro. Senza speranza loro, senza speranza noi…

La grande passionaria………

L’Avvocato Debora Serracchiani è il volto nuovo del Partito Democratico, l’Obama in gonnella che a suon di blog e di accorati appelli alle assemblee del partito è riuscita a conquistare elettori sfiduciati e militanti delusi, facendo culminare la sua cavalcata trionfale nel collegio del Nord-Est delle elezioni europee dell’anno scorso che l’hanno vista balzare dagli scranni del consiglio provinciale di Udine al tanto elefantiaco quanto inutile consesso di Strasburgo. Promoveatur ut amoveatur potrebbe maliziosamente chiosare qualcuno, visto che,

piazzata all’Europarlamento la giovane rampante, la scena nazionale e la dialettica interna al partito sono tornate appannaggio dei vecchi marpioni che continuano a sopravvivere a sé stessi ed alle loro debacle elettorali. Tant’è, la pasionaria friulana cerca di svolgere per benino il compitino che le è stato assegnato e mantenersi sulla ribalta. Per l’appunto di recente ha conquistato quanto meno le prime pagine delle testate locali, avendo guidato assieme all’on. Strizzolo un drappello di esponenti friulani del PD e della cosiddetta società civile alla riconquista della ex caserma Luigi Sbaiz di Visco (UD), che sta per essere alienata a privati e rasa al suolo per far posto a nuove costruzioni. In effetti si tratta di un sito di particolare interesse storico, poiché nella caserma di questo piccolo comune fiulano nei primi mesi del 1943 vennero internati oltre 3.000 civili jugoslavi (parenti di collaborazionisti slavi, congiunti di personaggi compromessi con la lotta partigiana in Jugoslavia in guisa di ostaggi ovvero persone residenti in zone di intensa attività partigiana per sradicare le connivenze), alcuni dei quali morirono durante la detenzione causa le pessime condizioni igienico-sanitarie. Oggi vi è solo una targa a ricordare queste vittime e l’europarlamentare intenderebbe

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Si è consumata l’ennesima tragedia – farsa in salsa pieddina e centrosinistrese : Veltroni non c’è più… inteso come leader. Poverino ! Adesso piange e , pur prendendosi le sue responsabilità per l’andamento non brillante del PD , si lamenta della mancanza di solidarietà interna al “partito”. Il PD non è il partito che aveva sognato e finalmente abbiamo la prova incontrovertibile che il nostro Walterone dormiva e sonnecchiava di brutto… Sognava Obama , ma l’uomo nero aveva il volto di D’Alema o , forse , le fattezze più gradevoli di Rutelli. E’ il coronamento del fallimento completo di una strategia di per sé fallimentare o , meglio , dell’assenza di una autentica strategia.

Il nostro ha tolto ogni residua credibilità a Prodi mentre governava , si è sbarazzato della sinistra sgomberando , in pratica , la sua disturbante presenza in Parlamento , ha costruito una non alleanza con Di Pietro che si è rivelata presto essere una competizione elettorale fuor dalle elezioni , ha giocato la carta , presto naufragata , della collaborazione con Berlusconi tramite il governo ombra. Come se non si avesse esperienza più che decennale su quale significato potesse avere la parola “collaborazione” nel vocabolario berlusconiano ! Pure i nodi del PD sono rimasti irrisolti soprattutto sulla questione della laicità dello Stato e , quindi , l’aspetto assolutamente non secondario della collaborazione con i radicali e i pannelliani. In tutta sincerità bisogna pure aggiungere che il nostro non è imbrocca una , neppure i tempi e i modi delle sue dimissioni…

Invece di prendere atto della sconfitta sarda e prendersi carico di una svolta per il futuro del “partito” , il nostro Walterone opta per la comoda scelta delle dimissioni come per levarsi dalle spalle un fardello percepito come insopportabile. Nessuna reale considerazione sull’opportunità del suo gesto : in fondo è passato poco più di un anno dalla sua investitura… Quale mai può essere il grado di affidabilità di un organizzazione politica che fa e disfa leader con la velocità del salto di un tappo di champagne ? Ed è qui che il nostro ghiro Walterone dimostra una volta di più di non avere la tempra e la stoffa del leader , e neanche l’intelligenza politica. Continuerà ad avere un ruolo di primo piano per quanto riguarda il settore culturale e dello spettacolo e il veltronismo , declinazione soft del berlusconismo , sopravvivrà agli insuccessi di Veltroni. Più travagliata , la gestazione del PD , il non partito… Chi la spunterà ? Massimo D’Alema e i suoi seguaci che tentano di riallacciare i rapporti con Bertinotti e l’area della sinistra ora extraparlamentare o la frenesia “vaticana” di Rutelli e gli altri ? Sarà questione di contenuti o pura faccenda di poltrone ? Chi vivrà vedrà…