Congiure over the phone

M: Pronto? Presidente sono Mancino.

N: Pure io. Chi parla?

M: Ma Presidente, io sono Mancino di nome!

N: e ché io no? Mancino solo nominalmente, e da una vita poi!

M: Presidente, ho un grosso problema.

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Il grande banchetto del Ponte

Del progetto esecutivo non c’e ancora l’ombra, i soldi bastano appena per sventrare colline e riempire cave e discariche con milioni di metri cubi d’inerti, ma sull’affaire del Ponte sullo Stretto planano come avvoltoi le grandi e piccole università di Calabria e Sicilia. Dopo aver ignorato per decenni il dibattito sui costi politici, economici, sociali, ambientali e criminogeni della grande opera, abdicando alle proprie finalità istituzionali di analisi e ricerca, gli Atenei sgomitano tra loro per accaparrarsi qualche briciola delle risorse finanziarie pubbliche impegnate per l’avvio dei lavori del Ponte. Con un comunicato congiunto, le Università di Enna, Palermo, Reggio Calabria e Catania hanno preannunciato che «si mobiliteranno insieme per contribuire ad affrontare la grande sfida che vede protagonisti, non solo ingegneri e architetti, ma studiosi di molteplici ambiti». Voci autorevoli rivelano che già sarebbe stato sottoscritto un contratto di 800 mila euro tra il Consorzio delle Università siciliane ed Eurolink, l’associazione d’imprese general contractor per la progettazione e l’esecuzione dei lavori, finalizzato a distribuire«migliaia di test e misurazioni sui provini di cemento armato tra tutte le Università siciliane».
In perfetta sintonia con l’obiettivo di rafforzare la fabbrica del consenso implementata da signori e padrini del Ponte, Aurelio Misiti, portavoce nazionale dell’MPA, ha annunciato la presentazione di alcuni emendamenti alla manovra economica in discussione al Parlamento, per un totale di 100 milioni di euro, che prevedono la realizzazione di due grandi laboratori scientifici situati a Messina e a Reggio. Il primo, di Scienza e tecnologia dei nuovi materiali, da affidare a un consorzio delle tre Università siciliane con la “Sapienza” di Roma e il secondo, di Aerodinamica e aeroelasticità, destinato a un consorzio delle tre Università calabresi con il Politecnico di Milano. Insomma, ce ne sarebbe per tutti, anche se ciò allarma classi dirigenti e accademici dell’area dello Stretto, preoccupati di perdere la leadership su contributi e commesse. Per spegnere sin dal nascere obiezioni e proteste, la società concessionaria del Ponte ed Eurolink hanno precisato di essere intenzionate a stabilire una «collaborazione privilegiata» con i due Atenei di Messina e Reggio Calabria. E i primi discutibili risultati non mancano. È di qualche giorno la notizia della firma di un contratto di locazione di un intero edificio del polo scientifico universitario “Papardo” di Messina, per ospitare l’head office, ovvero la sede delle direzioni generali della Stretto di Messina Spa, del general contractor e delle società impegnate nel monitoraggio ambientale e nel “project management” del Ponte (Fenice Spa e Parsons Transportation Group).
La struttura che si estende su un’area complessiva di 4.400 mq, comprende in particolare l’“Incubatore d’Imprese” finanziato e realizzato con i fondi della legge 208 del 1998 riservati «agli interventi di promozione, occupazione e impresa nelle aree depresse». Grazie ad una convenzione siglata 7 anni fa dall’allora rettore Gaetano Silvestri, l’incubatore fu concesso in uso a Sviluppo Italia Sicilia, ente acquisito recentemente dalla Regione Siciliana che è pure azionista di minoranza della società concessionaria del Ponte. Secondo il testo della convenzione, a Sviluppo Italia veniva affidato non solo la gestione, ma anche il completamento, con fondi dell’ente, del “Parco tecnologico” di contrada Papardo con l’obiettivo che fosse destinato all’ospitalità di spin-off industriali derivanti dalla ricerca scientifica. Nei piani di allora, la contiguità dell’incubatore con le facoltà tecnologiche avrebbe facilitato lo sviluppo di attività innovative e tecnologicamente avanzate, dotando l’Ateneo di una struttura unica nel panorama centro-meridionale. Dopo il rinnovo dei vertici accademici e l’entrata in scena dell’odierno rettore Giuseppe Tomasello, il progetto fu abbandonato sino a quando, due anni fa, Invitalia Spa, la nuova Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, avviò i lavori di restauro e di adeguamento funzionale dell’infrastruttura. Secondo quanto annunciato dalla Stretto di Messina, l’inaugurazione e l’attivazione all’interno del polo universitario del quartier generale delle società che concorrono alla realizzazione del Ponte dovrebbe avvenire entro la fine del mese di luglio.

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