Il presidente Obama impazza ai quattro venti sulle reti televisive, compiendo anche qualche gaffe: sappiamo, quando l’attività ferve, che un errore linguistico – come quello sulle Paraolimpiadi – può scappare. Fossero questi i problemi. L’esaltazione è al massimo: quello che non condividiamo è il giocoso ottimismo di Vittorio Zucconi – forse la miglior “penna” italiana negli USA – come se bastasse essere giovane, negretto, simpatico ed atletico per rovesciare decenni di soprusi, interferenze interne nella politica d’altri Paesi, sciagurate scelte economiche, truffe finanziarie, innaturali compari strategici, omissioni climatiche…con in aggiunta una spocchia ed una presunzione senza pari. Quando si hanno le pezze al sedere – caro Barack, caro Vittorio – la prima cosa da fare è un bagno d’umiltà. Lo ha ricordato, con naturale ed estrema semplicità, l’ayatollah Ali Khamenei – massima autorità degli sciiti iraniani – affermando “ho sentito slogan sul cambiamento, ma il cambiamento non si è visto”.
Comprendiamo le “peste” (o “la” peste?) nelle quali si trova impelagato fino al collo il giovane Presidente USA: dopo otto anni di sciagure “targate” Bush, la china da risalire è dura e deve lottare su più fronti, interni ed internazionali. Siccome Barack – nei suoi affetti personali – pare baciato dalla fortuna più di un “galletto” come Clinton o di un “sorvegliato speciale” come Bush, sembra aver dimenticato che, in amore come in politica, ciò che regge al tempo sono i compromessi, il buon senso e le concessioni. I buoni propositi, dopo i tradimenti, lasciano il tempo che trovano. E, di “mogli tradite”, la diplomazia americana ne ha interi harem, sparpagliati nei cinque continenti (non abbiamo notizie di guai dall’Antartide). Più, ovviamente, mogli, fidanzate, compagne ed amanti deluse che si ritrova in casa. E’ proprio di oggi la notizia che un’antica fidanzata – con la quale, nel passato, ci fu baruffa forza 9 – ha sbattuto la porta e se n’è andata, senza nemmeno curarsi dell’argenteria o di chiedere gli alimenti. Il Ministro della Difesa spagnolo, la signora Carme Chacon, Giovedì 20 Marzo 2009 ha annunciato direttamente ai militari spagnoli in Kosovo, appena scesa all’aeroporto di Djakova, che sarebbero tornati a casa
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