Ma dove è finito il nostro oro ?

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Un primo dettaglio che suscita interrogativi: dove sono custodite le riserve auree della Banca d’Italia e perché ?

Ai tempi della guerra fredda, quando ci hanno fatto credere possibile il rischio di una invasione dell’Europa Occidentale da parte delle armate dei paesi comunisti, una parte delle riserve auree dei paesi occidentali furono trasferite ” al sicuro” nei sotterranei della Federal Reserve  ( FED) a New York.Proprio in quel periodo la rivista SELEZIONE dal Reader’s Digest ( “17 milioni di abbonati nel mondo”) pubblicò con grande evidenza la notizia che anche gli inglesi avevano trasferito in Canada il loro oro, in piena guerra e con grande rischio di essere affondati dagli U-boote nell’Atlantico. Parte dell’oro, ricordo, fu trasferito conl’incrociatore York.

 

Ora che la guerra fredda è finita da tempo, l’Unione Sovietica non c’è più, il patto di Varsavia sciolto al sole ( alcuni paesi hanno addirittura aderito alla NATO tipo la Polonia e la Romania), non si capisce più per quale ragione il nostro oro continua a restare ” al sicuro” in quel di Manhattan nei caveau della Federal Reserve.

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Gli ungheresi non saranno più costretti a pagare esosi interessi a banche centrali private

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L’Ungheria si libera dei vincoli dei banchieri. Dopo che è stato ordinato  all’FMI di abbandonare il paese, la nazione adesso stampa moneta senza debito. L’Ungheria sta facendo la storia.

Mai più dagli anni ’30 con il caso della Germania, un paese europeo aveva osato sfuggire alle grinfie dei cartelli bancari internazionali controllati dai Rothschilds. Questa è una notizia stupenda che dovrebbe incoraggiare i patrioti nazionalisti del mondo intero ad intensificare la lotta per la libertà dalla dittatura finanziaria.

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Il potere di emissione della valuta,«va tolto alle banche e restituito al popolo, al quale appartiene»

 

Chi tocca, muore: il denaro devono continuare a stamparlo banche private, che poi lo prestano agli Stati ricavando lauti interessi, in base alla pratica inaugurata secoli fa dalla Banca d’Inghilterra. Secondo alcuni analisti, quello dei politici che hanno provato a strappare alle banche l’esclusiva sull’emissione di moneta è ormai un affollato cimitero. Per Marco Seba, membro dell’Osservatorio sulla criminalità organizzata di Ginevra, sono addirittura sette i presidenti americani a cui la questione monetaria sarebbe costata la pelle: Lincoln, Garfield e McKinley uccisi con armi da fuoco, mentre Harrison, Taylor e lo stesso Roosevelt sarebbero stati avvelenati, come sostiene un investigatore di Chicago, Sherman Skolnick. Ma il caso più clamoroso è quello di John Fitzgerald Kennedy, fatto assassinare (dalla mafia?) dopo aver esautorato, di fatto, la Federal Reserve, con un provvedimento da allora rimasto lettera morta: dollari emessi direttamente dallo Stato.

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“Essere governati dal denaro organizzato è tanto pericoloso quanto esserlo dal crimine organizzato”

Sono cifre incredibili. Si sapeva già che, alla fine del 2008, George Bush e Henry Paulson avevano messo sul tavolo 700 miliardi di dollari (540 miliardi di Euro) per salvare le banche americane. Una somma colossale. Ma un giudice americano ha recentemente dato ragione ai giornalisti di Bloomberg che domandavano alla loro banca centrale di essere trasparente sull’aiuto che essa stessa aveva dato al sistema bancario. Dopo aver spulciato 20.000 pagine di documenti diversi, Bloomberg mostra che la Federal Reserve (FED) ha segretamente prestato alle banche in difficoltà la somma di 1.200 miliardi al tasso incredibilmente basso dello 0,01 %.

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Tim Geithner chi è veramente costui ????

Nelle linee generali la notizia è di dominio pubblico, e non potrebbe essere diversamente, ma dell’aspetto decisivo parlano solo in pochi. E quei pochi, per di più, senza chiarirne le effettive implicazioniLa notizia è che Tim Geithner, ex presidente della Federal Reserve di New York e attuale ministro del Tesoro statunitense, è arrivato in Europa per sollecitare la Ue a procedere senza incertezze, e con la massima rapidità, ad assumere le misure necessarie al consolidamento dell’Euro.USA

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“Fake gold bars! What’s next?”)

 La notizia è di quelle importanti, anche se nei media ufficiali non troveremo traccia. Alvarez Scott, avvocato della Federal Reserve, il banco centrale degli Stati Uniti, lo scorso primo giugno, in un dibattito con il congressista republicano Ron Paul, ha ammesso che la Federal Reserve non possiede oro ed ha spiegato che l’oro ascritto al bilancio del Banco Centrale USA si riferisce a certificati in oro del 1934. Nel 1934, la legge sulle riserve in oro, obbligò la Federal Reserve, il banco centrale USA a consegnare tutto il suo oro al Ministero del Tesoro, ottenendo in cambio certificati in oro, equivalenti al valore dell’oro consegnato a prezzo del 1934; tale valore è stato rivalutato negli anni successivi, ma attualmente è fermo dal 1973 a 42,22 dollari l’oncia.

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