Louis Ferdinand Destouches in arte Celine –

«I nostri segreti finiscono nel momento in cui li portiamo all’aria aperta e in pubblico. In noi e sulla terra e forse in cielo, non c’è che una cosa terribile, ciò che non è stato ancora detto. Non saremo tranquilli finché non avremo detto tutto, una volta per tutte (…). Questo tempo verrà». Così parlò Céline.
La parafrasi scatta subito: non saremo tranquilli finché non avremo detto tutto, una volta per tutte, di Céline; questo tempo ormai è venuto. Dalla morte (1 luglio 1961) sono trascorsi cinquant’anni. E tutti stanno un po’ facendo i conti con Louis Ferdinand Destouches che, fregandosene delle origini nobiliari di cui menava vanto il papà, peraltro borghesemente impiegato alle assicurazioni, scelse il “nom de plume” Céline, per onorare la nonna materna, una proletaria che pezzo per pezzo aveva saputo costruire il proprio riscatto sociale.
Raccontiamolo, Céline, raccontiamolo tutto. Un bel po’ di testimonianze significative ci vengono da due libri recentemente pubblicati in Francia: D’un Céline l’autre, a cura di David Alliot, prefazione di François Gibault,e Une enfance chez Louis-Ferdinand Céline di Michel de Maule

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Lo specchio del mondo

Lo specchio del mondo (ed. I libri di Icaro, Lecce; pp. 132, euro 13.00), è questo il titolo dell’ultimo libro di Giandomenico Casalino, scrittore e studioso dal punto di vista della Tradizione di un mondo classico greco-romano, captato nelle sue dimensioni giuridiche, religiose, filosofiche e politiche. Nel recente passato, Casalino ha scritto di storia, “immaginandola” come metafora del mito, poi in modo coerente, è andato alla ricerca delle Origini – O maiuscola come la T di Tradizione – maritandole alla Tradizione e a quello che può essere considerato il suo spunto essenziale: la spiritualità indoeuropea.

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