Archivi giornalieri: 21 settembre 2010
Di questione palestinese si Vince
Di Resistenza si Vince
Il futuro di Palestina e Medioriente. La riscossa Araba, la crisi di Israele
Autore: Fulvio Grimaldi
Prezzo: € 15,00
La questione palestinese e la barbarie israeliana non possono essere considerati come avvenimenti a sé stanti.
Rientrano nel grande progetto imperialista e sionista della ricolonizzazione dell’intero Medio Oriente attraverso gli strumenti del genocidio e della frantumazione della nazione araba lungo linee etnico-confessionali.
L’adozione del modello israeliano,che ha raggiunto la sua massima espressione nel blocco e poi nei massacri di Gaza e nell’impiego di nuove terrificanti armi proibite, fa parte di una strategia planetaria del capitalismo per superare la propria crisi attraverso un sempre più feroce dominio dei popoli e l’universalizzazione dello Stato di polizia.
Ma Gaza rappresenta anche,al di là delle mistificazioni mediatiche, una svolta storica nella coscienza collettiva su torti e ragioni in Palestina e l’inizio del declino dell’impunità israeliana.
Di che cosa parliamo se parliamo di felicità ?
Per concepire e costruire una società di abbondanza frugale e una nuova forma di felicità, è necessario decostruire l’ideologia della felicità quantificata della modernità; in altre parole, per decolonizzare l’immaginario del PIL pro capite, dobbiamo capire come si è radicato.
Quando, alla vigilia della Rivoluzione francese, Saint-Just dichiara che la felicità è un’idea nuova in Europa, è chiaro che non si tratta della beatitudine celeste e della felicità pubblica, ma di un benessere materiale e individuale, anticamera del PIL pro capite degli economisti.
Effettivamente, in questo senso, si tratta proprio di un’idea nuova che emerge un po’ ovunque in Europa, ma principalmente in Inghilterra e in Francia. La Dichiarazione di indipendenza del 4 luglio 1776 degli Stati Uniti d’America, paese in cui si realizza l’ideale dell’Illuminismo su un terreno ritenuto vergine, proclama come obiettivo: «La vita, la libertà e la ricerca della felicità».
Nel passaggio dalla felicità al PIL pro capite si verifica una tripla riduzione supplementare: la felicità terrestre è assimilata al benessere materiale, con la materia concepita nel senso fisico del termine; il benessere materiale è ricondotto al «ben avere» statistico, vale a dire alla quantità di beni e servizi commerciali e affini, prodotti e consumati; la stima della somma dei beni e dei servizi è calcolata al lordo, ossia senza tenere conto della perdita del patrimonio naturale e artificiale necessaria alla sua produzione.