Sport estremi perchè?

La diffusione della pratica sportiva amatoriale è aumentata a vista d’occhio, in questi ultimi decenni, ad un punto tale che, forse, non sarebbe stato neppure immaginabile solamente due o tre generazioni or sono.
Oggi è quasi impossibile uscire di casa senza imbattersi in uomini e donne di ogni età che corrono, chiediamo scusa, che praticano jogging, magari non tanto per il piacere del movimento in se stesso, ma per dimagrire e rassodare le gambe. Ed è quasi impossibile uscire di città senza imbattersi in gruppi, più o meno numerosi, di ciclisti, ci quali, perfettamente equipaggiati e forniti di biciclette da corsa quasi professionali, sfrecciano sulle strade e affrontano le salite con piglio ammirevole, incuranti della fatica e del sudore.
Non parliamo, poi, delle palestre e dei vari centri di benessere, chiediamo scusa di nuovo, di fitness, oppure dei corsi di aerobica, e senza dimenticare il culturismo o body-building, sia maschile che femminile; delle piscine comunali sempre affollatissime e frequentate da nutrite squadre di bambini nonché da principianti più stagionati; delle piscine private, specialmente quelle degli alberghi in località balneari, ove istruttrici atletiche e sudate fanno muovere volonterosi clienti al ritmo, più o meno convinto e convincente, dell’acquagym.
Sui laghi prealpini, poi, mentre fino a qualche anno fa non c’era che qualche ristorantino per famiglie e qualche giardinetto attrezzato per i giochi dei più piccoli, adesso pullulano decine di coloratissime vele di surfisti, ben decisi a sfruttare ogni folata di vento che scende dalle vallate, anche se non dovranno mai mettere alla prova la loro abilità con delle onde colossali come quelle dell’Oceano Pacifico, croce e delizia dei loro più fortunati colleghi australiani, neozelandesi e californiani, né – d’altra parte – dovranno vedersela con i voracissimi pescecani che infestano quei mari tropicali.
Ed è sempre più difficile fare una gita in montagna senza vedere il cielo animarsi dei vivaci colori di qualche deltaplano lanciato nel vuoto e che si libra, come un falco o una poiana, con le grandi ali aperte a cogliere e sfruttare al massimo le correnti d’aria ascensionali.
Insomma, la grande novità è che non solo bambini e ragazzi, ma persone di mezza età e anche piuttosto anziane, si lanciano nella gioiosa avventura della pratica sportiva a livello amatoriale, anche senza la pretesa di accedere al livello dilettantistico e meno ancora a quello professionale; che è, al tempo stesso, la scoperta di uno stile di vita più salutare e anche, perché no, la riscoperta di potenzialità insospettate o dimenticate del proprio organismo.
In questo senso, la diffusione dello sport amatoriale fra le persone non più giovanissime fa parte di un fenomeno più generale, tipico delle società del benessere, che vede la riscoperta della propria corporeità (sessualità compresa) da parte di quarantenni, cinquantenni e sessantenni ancora desiderosi di piacersi e di piacere, i quali vogliono sentirsi in forma ed efficienti e non lasciarsi più relegare in casa, a badare quasi soltanto ai figli o ai nipotini; i quali vogliono vivere, insomma – con l’aiuto della cosmesi e di un abbigliamento ben curato, oltre che degli attrezzi ginnici – una seconda giovinezza.Questo è ormai un fenomeno largamente diffuso e, diciamolo pure, presenta alcuni aspetti indubbiamente simpatici e apprezzabili, non solo per i diretti interessati, ma per la società nel suo insieme: all’improvviso, è come se il mondo si fosse popolato di quarantenni, cinquantenni e sessantenni sportivi e attraenti, e nel plurale maschile includiamo anche e soprattutto il genere femminile, che sembra essersi gettato con una grinta e un entusiasmo tutti particolari in questo bagno di ritrovata gioventù.Al tempo stesso, un fenomeno collaterale a quello in questione è stato il proliferare degli sport pericolosi e anche di quelli cosiddetti estremi, nei quali non si gareggia per ottenere un risultato, né ci si cimenta per il piacere di una prestazione atletica soddisfacente, quanto per provare le forti emozioni legate al pericolo: in particolare paracadutismo acrobatico, volo con il parapendio in condizioni di particolare difficoltà, discesa di un rapido torrente di montagna a bordo di una canoa o, magari, salto da un ponte di notevole altezza, con le gambe assicurate da una cinghia elastica che tratterrà il corpo a pochi centimetri dal fondo del burrone (bungee jumping, imitato da una tradizione degli indigeni delle Nuove Ebridi).

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