Sono come tu mi vuoi

Il proponimento del successo.
“Molti sono i chiamati, pochi gli eletti; molti hanno talento, pochi il carattere per realizzare quel talento. È il carattere il mistero; e il carattere è individuale”.
James Hillman

tempo nelle famiglie e nelle scuole, compatibilmente con le possibilità economiche delle prime e le capacità selezionatrici delle seconde, di fronte all’indirizzo di studio e di lavoro di un giovane ci si poneva la domanda: In cosa è più portato? Da questo interrogativo partivano poi la ricerca degli indirizzi più congrui, delle risorse per attuarli, delle opportunità per svilupparli.
Con il tempo questo presupposto è venuto meno, sia per problemi sociali che per cause economiche: il mondo del lavoro ha pressato affinché gli studi fossero sempre più funzionali alla conoscenza pratica e al sapere applicativo, e le famiglie hanno privilegiato la concretezza del posto fisso e della paga sicura. Entrambi le prospettive avevano ed hanno un loro senso, in un contesto sociale cambiato nelle esigenze e nelle aspettative.
Il paradigma dell’antico approccio al lavoro era dato dall’apprendistato. Questa forma di studio applicato non era soltanto una modalità di affinare un dote innata, o di recuperare una competenza nascosta, o ancora di costruire una capacità specifica adeguata, ad esempio, al copione familiare, ma una vera e propria educazione alla vita, la costruzione di una mentalità personale.
Prendiamo una biografia particolarmente significativa per sottolineare questo discorso. Quando Leonardo venne mandato a bottega a Firenze da suo padre, presso Andrea di Michele Cioni detto Il Verrocchio, egli aveva già dimostrato – a dodici anni – le grandissime abilità artistiche. Ma Il Verrocchio era un artigiano eclettico, per cui il giovanissimo genio “doveva dedicarsi al disegno su tavoletta e ad acquisire familiarità con i materiali dell’artista, che non si potevano certo comprare già fatti. Era necessario miscelare i colori freschi ogni giorno, dopo aver sfarinato i pigmenti; Leonardo doveva imparare a fabbricare i pennelli, a preparare gli smalti vitrei, ad applicare l’oro dei fondi, e alla fine, dopo molti anni a dipingere” . E solo dopo molti anni gli fu consentito dipingere e venne riconosciuto come maestro.
È questa abnegazione, questo spirito di sacrificio, questa disponibilità all’apprendere che James Hillman intende per quel “carattere” che, solo, decide sullo sviluppo di un talento. Al di là e al di sopra della semplice predisposizione sentimentale o della superficiale vena interiore, quello che contava e che conta è quella disciplina interiore che deve essere messa costantemente alla prova durante il periodo in questione. Non contava nulla né la fretta di arrivare ad un certo risultato né, tanto meno, la voglia di notorietà da raggiungere nel più breve tempo possibile, ma solo la costanza nell’intento e il rigore nel conoscere.

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La fondamentale partita geopolitica sotto i nostri occhi

In caso di attacco, infatti, gli aerei diretti verso l’Iran non potrebbero fare a meno di entrare, in un modo o nell’altro, nel raggio d’intercettazione degli S-300 dislocati in Abkhazia, il che rappresenta un ulteriore deterrente all’avventurismo israeliano che già gli Stati Uniti non erano più tanto entusiasti di avallare.

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