MPS: nasce la prima filiale ‘verde’

CASTELNUOVO BERARDENGA (SIENA) – Rendere la propria attivita’ sostenibile da un punto di vista ambientale e’ uno degli obiettivi di Banca Monte dei Paschi che, da un po’ di tempo, ha iniziato a progettare le sue filiali sia agendo sulla riduzione dei consumi energetici sia cercando di minimizzare l’impatto ambientale delle sue dipendenze e del patrimonio immobiliare strumentale in genere. Sulla scia di questa politica Paschi Gestioni Immobiliari, societa’ che gestisce il patrimonio immobiliare del Gruppo, ha iniziato da anni un’attivita’ di ricerca, di sperimentazione e di realizzazione al di la’ dei limiti minimi di carattere normativo.In questo senso una delle prime realizzazioni e’ stata quella che ha visto nascere e svilupparsi la prima filiale ecologica con un piano di recupero dell’ex complesso rurale ‘La Vigna’, a Castelnuovo Berardenga (Siena). Un fienile, realizzato all’inizio del secolo scorso e da anni in stato di abbandono, e’ stato recuperato con un’attenzione particolare sia all’immobile sia alle problematiche ambientali e del risparmio energetico con l’introduzione di nuovi elementi archietettonici e impiantistici. Persino le opere di consolidamento, sono state realizzate con criteri e tecnologie congruenti alla conservazione degli elementi storici di bioarchitettura gia’ presenti quale, ad esempio, la calce idraulica strutturale in sostituzione del cemento.

Lavori specifici sono stati fatti per ottenere un reale risparmio energetico, limitando al massimo le dispersioni termiche e con tecnologie ad alto rendimento come la pompa di calore geotermica capace di garantire un risparmio energetico di circa il 30% rispetto ad analoga apparecchiatura tradizionale.

La stessa cosa e’ stata fatta per l’illuminazione, sintesi di un perfetto equilibrio fra l’apporto di luce artificiale e naturale, quest’ultima introdotta negli ambienti grazie ai cosiddetti camini captatori di luce solare. In estrema sintesi e’ stato valutato che il risparmio totale, in termini di consumi energetici rispetto ad una filiale tradizionale, e’ di circa il 40% annuo. Tutto questo evita un’immissione in atmosfera, sempre nell’arco temporale di un anno, di circa 7.000 Kg. di anidride carbonica. E questo sfruttando le fonti rinnovabili di energia disponibili nel sito e fino ad oggi completamente trascurate: le radiazioni solari immagazzinate giorno dopo giorno dalla crosta terrestre sotto forma di energia pulita e rinnovabile. Tale azione del sole fa si che la temperatura del sottosuolo, dopo una certa profondita’, e’ costante per tutto l’arco dell’anno.

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Dal disordine nasceranno altre strutture politiche

Il nostro sistema politico è una repubblica parlamentare in cui, dal punto di vista giuridico, il parlamento è formato da rappresentanti del popolo che decidono individualmente le leggi. In realtà se questi rappresentanti non si accordassero prima delle elezioni non riuscirebbero mai a farlo dopo. Sociologicamente la base della democrazia parlamentare è il partito politico. Questo nasce di regola da un movimento collettivo che si istituzionalizza attorno ad una élite capace di mobilitare il voto di milioni di persone e che, giunta in parlamento, resta unita per realizzare il programma e affrontare la successiva competizione elettorale. Le democrazie più antiche e con istituzioni più stabili hanno due soli partiti e la gente si è abituata a votare per l’uno o per l’altro.

In Italia questo non è stato possibile perché, durante la guerra fredda fra USA e URSS, il Partito Comunista era considerato un alleato dell’Unione Sovietica. Di conseguenza il Paese è sempre stato governato da una coalizione di centro destra centro. Poi di colpo, nel 1989, la guerra fredda è finita e avremmo potuto avviarci anche noi verso il bipartitismo: a destra una unione dei vecchi partiti moderati e a sinistra un PCI rinnovato. Ma non e successo perche i vecchi partiti di governo sono stati cancellati dalla vita politica per via giudiziaria. La sinistra stava per andare al potere quasi da sola quando, nel centrodestra rimasto vuoto, si è costituito un movimento collettivo, Forza Italia, che la sinistra non ha mai accettato come interlocutore legittimo ma ha sempre sperato che svanisse per interna inconsistenza o a causa degli errori o delle inefficienze personali del suo leader.

Non si sono perciò formati due grandi partiti strutturati, ma una configurazione conflittuale anomala in cui da un lato c’è un partito debole con un capo carismatico forte e, dall’altro, la coalizione di tutti coloro che, anche se hanno programmi diversi, si propongono prioritariamente di abbattere il leader avversario. E presto o tardi ci riusciranno. Ma allora si frantumerà anche il maggior partito esistente e, nonostante accordi e coalizioni, ci sarà, di fatto, una lotta di tutti contro tutti. Uno stato di disordine che porterà ad una nuova stagione di movimenti collettivi analoga a quella che abbiamo vissuto nel 1968-76 e nel 1989-94. Da questa emergeranno nuove strutture politiche forti, ma purtroppo la linea divisoria potrebbe anche passare fra Nord e Sud.